lunedì 14 novembre 2011

RECENSIONE: ALICE MADNESS RETURNS - Il bianconiglio è morto, la tana cade a pezzi e anche Alice non è che stia benissimo


C'era una volta il 2000, il Gladiatore non era ancora motivo di vanto per i buzzurri, Brad Pitt faceva lo zingaro e il mercato PC era in un periodo benedetto.
La rilettura in chiave malata di Alice in Wonderland (che funge da seguito ideale a dirla tutta) da parte di tale American McGee è una delle perle di quell'anno.
Che poi da uno che si chiama American ti aspetteresti come minimo progetti in tandem con Michael Bay e invece ti piazza una perla indipendente visionaria e disturbante, mica pizza e funghi (allucinogeni).
Fattostà che 11 anni dopo il buon American (yeah!) ci riprova, anche perché i suoi progetti precedenti facevano altamente cagare, e lancia sul mercato Alice: Madness Returns, sequel di quell'American McGee's Alice che mi aveva traumatizzato da giovine.
E se la barcamena mica male, l'American.

Teaser di 30 secondi per darvi la carica



La rilettura di Mcgee su Alice è piuttosto originale: riprendendo ambientazioni e tematiche Dickensiane e unendole ad un Design simile alla Sposa Cadavere crea un seguito apocrifo del libro di Carroll assolutamente unico ed inquietante.
La fortunatissima Alice è l'unica superstite del rogo della sua casa grazie ad un doppio carpiato dalla sua finestra al secondo piano con atterraggio sulla ghiaia. Dopo di ciò è entrata in uno stato catatonico completamente sconvolta dalla bottazza e dal senso di colpa (ha dato lei fuoco alla casa? Mishtero!) e per uscirne si è rifugiata nelle sue Wonderland personali che ha trovato corrotte e pervertite. Armata di coltellazzo, mazza da cricket, dadi demoniaci ed orpelli vari le ha ripulite ritornando in salute, sempre matta furiosa e pronta per altre felici avventure.
qui, in particolare, piange sangue dalla gioia

In Madness Returns la ritroviamo adolescente e vittima di abusi fisici e psicologici da parte di un gruppo di tutori, psicologi e gentaglia varia. Ogni volta che Alice ricostruisce i pezzi della sua psiche incontrando i suoi aguzzini e indagando sul suo passato ha una crisi psicotica che la porta ad affrontare un mondo nelle Wonderland allegorico a ciò che sta subendo/vedendo/provando.
E qui ovviamente scendiamo in campo noi e le sessioni action/platform.

Alice pronta a tagliare il mazzo per la briscola

In questo secondo episodio Alice deve sventare la distruzione delle Wonderland, e quindi della sua mente, causata da un inarrestabile treno con l'aspetto di una cattedrale gotica in movimento (allarme allegoria, allarme allegoria) e raccogliere i frammenti della sua memoria per sopravvivere fisicamente e psicologicamente alla realtà che la circonda.
 Per fare ciò dovremo saltellare, sparecchiare e decapitare. E saltellare, sparecchiare e decapitare. E saltellare, sparecchiare e decapitare.
Fino alla nausea.

Ora si salta. A breve potremo sparacchiare e decapitare

A controbilanciare un gameplay decisamente ripetitivo Mcgee sfodera un design assolutamente folle e pieno di tocchi di classe a (quasi) ogni angolo, un combat system divertente ed appagante (con arsenale malato al seguito), alcune sezioni di rottura originali (Alice gigante e gli scivoli su tutte) e una trama interessante.
Alterneremo questi momenti action a scene in cui guideremo Alice a Londra tra ricordi e deliri allucinogeni; assolutamente terrorizzante la sequenza nel manicomio in cui compaiono i maledetti, fottutissimi Pinco Panco e Panco Pinco che dio maledica loro e quel bastardo frustrato di Carroll (e pure un filino pedofilo, susu leggetevi la biografia).

purtroppo non trovo mezzo screen delle parti nella realtà, sigh

A parer mio, e quindi insindacabile e assoluto, il vero gioco nel gioco si rivela quello di cogliere tutti gli stravolgimenti e le citazioni del libro, comprendere le figure retoriche dietro ogni scelta di design di avversari, mondi e allucinazioni ed esplorare ogni anfratto alla ricerca dei ricordi perduti di Alice o di chicche nascoste.
Preso con questo spirito si può passare oltre l'eccessiva ripetitività e longevità di alcune, stremanti, sequenze platform e della realizzazione grafica non esattamente impressionante. Design superlativo permettendo.
Se vi capita sotto le grinfie o vi piacciono le riletture gotiche ed i design allucinati e disturbanti buttateci un'occhio che ormai lo trovate a una miseria.
E ha pure dentro il primo se lo comprate originale.

TRAILERONE:




3 commenti:

  1. Un applauso al maestro per l'articolo!!!
    A maggior ragione finisce dritto dritto tra i titoli titoli da giocare!

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