mercoledì 21 settembre 2011

RECENSIONE - DEUS EX: HUMAN REVOLUTION - Oscar Pistorius incontra Roy Batty di Blade Runner

  

Immaginatevi Blade runner. Fatto? Ecco, Deus Ex: Human Revolution vi permette di interpretare un emulo di Rutger Hauer, il replicante figo per intenderci, pompato di una quantità invereconda di gadget e con tutti i dilemmi morali del caso. Non quella seghella piagnucolosa di Harrison Ford, che lui neanche le colombe lo cagavano. Ed essendo solo il primo punto in comune con "Il cacciatore di Androidi" non si può che essere presi benissimo. Vediamo perché, bonus trailer fomentante annesso.


Le somiglianze con Blade Runner, dicevamo, non si limitano al pizzettatissimo protagonista: ambientazioni, musiche e stile Cyberpunk trasudano da tutto il contesto. E il tutto fortunatamente funziona. Aggirarsi in notturna per la Shangai del 2027 ascoltando motivi che non sfigurerebbero accanto a quelli composti da Vangelis mentre si investiga su un omicidio fa il suo porco effetto.

Leggera speculazione edilizia

Nel 2027 le corporazioni fanno stato a sé, le nazioni sono smembrate ed è merda nei panetti per un po' chiunque non sia ricoperto di soldi. La trama si sviluppa intorno al dilemma morale scaturito dalla diffusione in massa degli innesti cibernetici. Il giocatore interpreta Adam Jansen, capo della sicurezza delle industrie Sarif (Multinazionale leader nella produzione di innesti) e possessore di un pizzetto che neanche Richeglieu. Un'improvviso attacco terroristico alla vostra sede (valà che culo) durante i preparativi per la presentazione di una scoperta chemiodiocambieràlesortidelmondo vi lascerà quasi secchi. Solo una totale ricostruzione a base di pane e innesti vi riporterà operativo e pronto per svelare una cospirazione globale.

                                          Adam Jansen sotto mentite le mentite spoglie di Armand-Jean Duplessis


Da queste premesse si sviluppa un solido gameplay che affianca una base RPG fatta di punti esperienza, missioni secondarie e albero di potenziamenti, a meccaniche FPS e Stealth. Senza tediarvi ed entrare nel dettaglio alternerete fasi di nascondino/TANA PER JANSEN! a interrogatori, esplorazioni e sporadiche sventagliate di arma da fuoco.

                                                                                 Cucù!


                                                                                 Un approccio delicato e compassionevole


                                                                         Ecco, magari sporgersi oltre non è una furbata


Il mix funziona, infiltrarsi di soppiatto è divertente e la grafica, sebbene non faccia gridare al miracolo, fa il suo sporco mestiere soprattutto grazie alla direzione artistica. La trama procede senza grandi picchi ma riserva numerosi colpi di scena ed approfondimenti sul mondo di gioco. L'unico neo è la mancanza di mordente e ripetitività di alcune sessioni, mentre i restanti difetti sono irrilevanti, sai cazzo mi frega se il labiale nella versione italiana non è perfetto o se i caricamenti durano 3 secondi più della media. Puah.

                                                                     Questo conta! Le lamate!

Esborso di dindini meritato allora? Eddirei proprio di si.
Comprare gente, comprare, che il prossimo è il nuovo Syndacate e li la scorpacciata cyberpunk sarà definitiva.

                                               Bonus trailer terribilmente fomentante:


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