domenica 11 settembre 2011

RECENSIONE - ELEKTRA: ASSASSIN - apologia di ninja, mustacchi e bicchieri di latte


Ora, nonostante sia in ritardo di 25 anni sulla lettura del suddetto, ne parlerò come si conface a chi ha scoperto ieri che l'acqua del suo rubinetto può diventare calda a comando, che uno ci arriva con i suoi tempi eh, non caghiamo già il cazzo al primo post.  Difesa d'ufficio a parte Elektra: Assassin, parto del dinamico duo Frank Miller/Bill Sienkiewicz (rinunciate a pronunciarlo, fidatevi), è una figata atomica.


Elektra Natchios, per chi fosse a digiuno di fumetti e per chi avesse avuto la malaugurata idea di vedere l'omonimo film, è l'assassina mercenaria in rosso (ma anche in bianco o nero, a giro scrittore) creata da Miller nella sua run su DareDevil negli anni 80. Personaggio drammatico e tormentato è diventata presto un'icona, grazie all'indubbio fascino e alone di mistero che le è stato cucito addosso dal suo creatore.
In questo particolare episodio, ambientato prima di incontrare il diavolo di Hell's Kitchen e lasciarci le cuoia allegramente, Elektra deve affrontare un complotto della Mano, setta di ninja votati all'oscurità con cui si è addestrata in passato, che mira a insediare l'entità chiamata La Bestia (all'interno del candidato alle presidenziali Americane Ken Wind) al governo. Tutto questo in piena guerra fredda e con scopi non propriamente concilianti. 
 L'intera opera si fregia di una sceneggiatura assolutamente ispirata in bilico tra poliziesco, grottesco e fantastico, ricca di flashback, flashworward e flashstòca. Miller imbastisce una vicenda dallo sviluppo ingarbugliato che alternando deliri onirici, ombre dal passato, dialoghi perforanti e sequenze di azione al cardiopalma trascina il lettore in un vorticare di eventi senza sosta. Sinkiewicz dal canto suo dipinge, graffia, sporca, schizza e incolla. A volte ricorda Klimt e a volte crea caricature, a volte usa matita, china e acquarelli e a volte fa collage. 
Ed il tutto è semplicemente perfetto. 

no che poi magari non mi si crede

Donate 32 carte alla Panini, è un cartonato tradotto ed editato ottimamente con una manciata di copertine extra che vi riempiranno il cuore. Ah, ed è pure una Graphic novel, non un semplice fumetto, pertanto potrete evitare di vergognarvi quando lo racconterete in giro. Che io mica leggo i fumetti, quelli sono per sfigati.

tipico lettore di Graphic Novel


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